VENTOTTO
Lorenzo restò in silenzio. Soppesava le parole di Federica cercando di coglierne il senso. Lei sorrideva.
«Dai, che hai iniziato a capire. Vuoi andare avanti tu?»
«Ognuno di loro ne ha ammazzato un altro...»
«Vedo che stai migliorando...»
«...senza sapere che sarebbe stato a sua volta ucciso...»
«Bingo! Giovanna ammazza Fabrizio, Renato ammazza Giovanna, Fabio ammazza Renato, Andrea ammazza Fabio, Giampiero ammazza Andrea, Jacopo ammazza Giampiero, qualcuno ammazza Jacopo, qualcun altro ammazza il qualcuno di prima. Carina la filastrocca, no?»
«Sei pazza».
«Altroché. Tanto pazza da fare un figlio con uno come te, amore mio».
«Ma perché? Che senso ha?»
«Vedi? Questo è il tuo limite. Sempre là a cercare un senso per tutto, a spaccare il capello in quattro... A volte il senso delle cose è molto diverso da quello che uno immagina. Come dire... è oltre, non trovi?»
«Sei pazza».
«Ti stai ripetendo, tesoro. E non mi piaci quando ti ripeti».
Dalla pistola partì un colpo. Lorenzo si accorse dal rumore sordo che aveva il silenziatore. Poi sentì il dolore bruciargli nella gamba destra, appena sotto al ginocchio.
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