«Trovato qualcosa, amore?»
«Un sacco di roba di cui mi ero completamente dimenticato. Ma niente che c'entri qualcosa con questa storia, temo».
«Nessun commentatore sospetto?»
«Nessuno? Teoricamente una valanga. Ma da qua a dare dell'assassino a qualcuno ce ne corre...»

Lorenzo teneva la cornetta incastrata tra la guancia e la spalla, mentre le dita pigiavano sulla tastiera.
«Ti ho mai detto che sei bellissima?»
«Mmm, non so. In tutti questi anni me ne hai raccontate tante che anche se me l'avessi detto non me lo ricorderei più».
«Tipo?»
«Tipo che sono stata puntualmente messa a parte di tutte le tue storie. La migliore amica, ricordi?»
«Già. Ma anch'io delle tue. Una migliore amica in genere presuppone un miglior amico».
«Certo. Però le tue storie erano più incasinate delle mie. E pure più torbide, guarda che ti dico. Se ripenso a quante ne ho sentite mi viene la pelle d'oca...»
«Mica vorrai iniziare a giudicarmi adesso, no? In quindici anni non l'hai mai fatto...»
«...e infatti faccio finta di niente. Però io sono sicura di non avertelo mai detto, che sei bellissimo».
«Perché sei scema. E questo te l'ho detto un sacco di volte, sicuro».
«Eppoi, scusa, se mi dici che sono bellissima proprio quando non mi hai davanti che devo pensare?»
«Che sarebbe il caso di tornare, per esempio. Per quanto ne hai ancora?»
«Sicuramente un altro paio di giorni. Forse tre, dipende da quando riesco a chiudere sul prezzo».
«Mmm...»
«...e poi mi fermo un po'».
«Stanca?»
«Non ancora. Ma vorrei evitare di diventarlo proprio quando mi verrà il pancione».
«Mi pare un ottimo proponimento».
«Tu, piuttosto, cerca di riposarti un po'».
«Ci provo. Ma è un tarlo, sai?»
«Lo so, ma ne verrai a capo».
«Dici?»
«Dico».
«Spero tanto che tu abbia ragione».
«Fidati. Me lo sento».